La mostra di stampe “Imprenditori dell’immagine. Le vicende dei Tesini in Belgio”, sarà prorogata fino al 29 gennaio 2017. Considerato l’ampio interesse suscitato, la commissione scientifica del museo ha deciso di permettere ai visitatori di ammirare ancora per qualche mese le testimonianze di questa avvincente avventura.
Frutto della collaborazione tra la Fondazione Trentina Alcide De Gasperi e l’Institut Royal du Patrimoine Artistique del Belgio, l’esposizione raccoglie i frutti del simposio internazionale “The Tesini, surprising catalysts in the development of the image in Belgium in the 19th century”. Organizzato lo scorso 17 marzo a Bruxelles, il simposio è servito ad approfondire questo particolarissimo caso di studio. Molti furono i venditori tesini che, sbarcati nei territori dell’attuale Belgio per vendere la loro mercanzia – raffigurazioni riprodotte a stampa – finirono per aprire fortunate imprese commerciali. Molti anche coloro che si distinsero per capacità innovativa, aggiornando le tecniche di stampa e legando i loro nomi allo sviluppo della nascente fotografia.
La mostra, curata dalla prof.ssa Elda Fietta, raccoglie oltre 40 pezzi originali. In gran parte provengono da collezioni private belghe. Sono state accolte nella sala delle esposizioni temporanee, dedicata alla memoria del dott. Alberto Milano. Grande collezionista ed esperto di stampe, Alberto Milano è stato uno dei padri del Museo Per Via e uno degli ideatori del progetto “Tesini in Belgio”. Scomparso improvvisamente il 2 maggio scorso non ha potuto vedere il compimento di questo progetto a cui aveva fino ad allora attivamente lavorato.
Gli studi promossi dal simposio di Bruxelles hanno portato a identificare ben 15 editori tesini operanti in 8 diverse città belghe, attivi nella prima metà dell’’800. Quando, negli ultimi anni del ‘700 viene inventata la litografia, i commercianti Tesini furono i primi a diffonderla in Belgio, guadagnando fette crescenti di mercato. Spesso ampliavano la gamma dei loro prodotti anche a oggetti “d’ottica, fisica e matematica”. Specialisti dell’ottica e dell’immagine, l’invenzione della fotografia (1839) non li trovò impreparati. Alcuni di loro sperimentarono la dagherrotipia in quello stesso anno a Gand e Namur, altri si dedicarono definitivamente alla fotografia, contribuendo ai continui progressi che avrebbero reso sempre più popolare questa nuova tecnica di riproduzione delle immagini.
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