Gran parte del percorso di visita proposto dal Museo Per Via si snoda attraverso le sale dell’allestimento permanente, da cui rimane escluso solamente un piano, che ospita la collezione di stampe e la sala delle esposizioni temporanee dedicata alla memoria di uno dei padri del Museo, “Alberto Milano”.

I restanti tre piani guidano il visitatore alla scoperta delle avvincenti vicende degli uomini delle immagini, senza trascurare di inquadrare la loro storia secondo diverse prospettive e angolature. La stessa cancellata d’ingresso infatti ci ricorda che per ogni venditore tesino che varcando il Passo Forcella s’incamminava per le vie del mondo vi era qualcuno, e molto spesso una donna, che restava, guardandolo scomparire all’orizzonte e attendendo con trepidazione il suo ritorno. E così il Museo si sdoppia, inseguendo chi parte per i suoi viaggi, ma anche ascoltando la testimonianza di chi doveva fare i conti con l’assenza e con l’esigenza di mandare avanti la vita della famiglia, del paese e della valle.

Il primo piano si dedica essenzialmente al tema del commercio tesino, presentando gli strumenti del mestiere, i vincoli cui erano sottoposti i venditori ambulanti, le loro destinazioni e la loro evoluzione in negozianti e produttori. Un luogo speciale del Museo conclude questo settore: il “Café de la Poste”. Si tratta della riproduzione di una caffetteria ottocentesca, che tipicamente si poteva incontrare presso le stazioni di posta: luoghi di destinazione delle merci (che viaggiavano su carro) erano spesso frequentate per questo dai commercianti tesini e divenivano con facilità luogo di incontri, di racconti e anche di affari.

Al piano superiore, nei pochi spazi lasciati liberi dalla sala “Alberto Milano”, la storia prosegue con il racconto di alcune storie emblematiche: quella della famiglia Daziaro innanzitutto, stampatori ufficiali degli zar di Russia attivi a Mosca, San Pietroburgo, Varsavia e Parigi, ma anche quelle di altri editori tesini, protagonisti dei mercati europei. Un’altra nicchia è invece dedicata alle tecniche di stampa: testimonianza dell’evoluzione tecnologica che fa da sfondo a questa storia e di cui i Tesini furono abilissimi interpreti.

Scendendo ai piani inferiori, ci si può immergere nelle suggestive atmosfere di Casa Buffa Giacantoni, rievocata attraverso il restauro di alcuni spazi originali, cui si aggiungono alcune installazioni multimediali che danno vita a quegli stessi spazi. Conosciamo così alcuni scorci della vita di coloro che, salutati i propri parenti, dovevano restare in Tesino e reggere sulle proprie spalle le molte incombenze quotidiane della vita della valle. Dalle discussioni sull’opportunità di lasciar partire i giovani al seguito dei loro padri, alle attività culinarie e domestiche, all’accudimento degli animali… Ricordi e voci del passato, a volte curiose e divertenti, a volte struggenti: testimonianza di una vita autentica, che non faceva sconti, ma sapeva regalare momenti di grande bellezza.