Le cronache più antiche ci presentano i Tesini come una popolazione montana dedita soprattutto alla pastorizia. Questa attività non era comunque stanziale: per sette mesi all’anno portava infatti gli abitanti della valle (che per la sua conformazione aperta viene spesso definita “conca”) a scendere in pianura, nelle terre incolte dell’Italia Settentrionale per trascorrere con le greggi i lunghi inverni in climi più miti e su suolo più generoso. Questo equilibrio costituitosi e collaudato attraverso i secoli entrò in crisi verso la metà del XVI secolo, quando intervennero divieti di pascolo in conseguenza del rapido estendersi delle campagne coltivate. Il numero delle pecore, che a metà del Cinquecento doveva superare i 90.000 capi, venne ridotto fortemente e iniziò il lento declino della pastorizia in Tesino.

 

Queste limitazioni furono probabilmente la vera molla che costrinse i Tesini a sperimentare percorsi nuovi

 

L’occasione che fece indirizzare i Tesini verso il commercio venne però proprio da quel poco che il suolo della vallata offriva. I monti che circondano Castello Tesino, formati da roccia calcarea, presentavano infatti dei noduli di silice o pietra focaia, che grazie allo sviluppo tecnologico divennero improvvisamente una risorsa insperata. Siamo agli inizi del Seicento e queste pietre focaie, destinate all’accensione della polvere da sparo nelle armi da fuoco, divennero presto la nuova risorsa economica del Tesino.

Furono in particolare due fratelli della famiglia Gallo di Castello Tesino ad avere per primi l’intuizione e ad avviare il commercio di pietre focaie per archibugio. Per diffondere il prodotto e ampliare la loro rete di distribuzione, i Gallo avevano bisogno di affidarsi ad agenti che lo portassero direttamente sulle varie piazze di vendita. E a chi rivolgersi, se non ai numerosi pastori della zona, capaci di coprire a piedi grandi distanze e grandi conoscitori di valichi e sentieri? Così l’esperienza maturata nella transumanza diede i suoi frutti, consentendo ai contadini e pastori Tesini di reinventarsi commercianti.

Questo connubio si sviluppò per circa un secolo. Tuttavia, già prima dell’inizio del Settecento, cominciò a farsi sentire la forte concorrenza della produzione francese. Con la scomparsa dei fratelli Gallo di fatto cessò anche la produzione e il commercio delle pietre focaie. Ma nel frattempo i pastori tesini, divenuti girovaghi, avevano già trovato un’altra merce a cui prestare le proprie gambe. Una merce più conveniente, più leggera e redditizia: le “stampe”.