Girovaghi, mercanti, trafficanti, perteganti, cromeri, sono i termini che identificarono gli ambulanti della valle di Tesino negli atti ufficiali, o con i quali vennero designati dalla gente che, ogni anno, per secoli, attendeva il loro puntuale passaggio e l’arrivo della mercanzia.

Sostavano sulle piazze e nei mercati, passavano di casa in casa, raggiungevano paesi e casolari sperduti, portando una ventata di novità e curiosità nello scorrere della vita monotona del villaggio.

Per secoli ebbero per mezzo di locomozione principale le proprie gambe, cominciando ad avventurarsi per le vie d’Europa a partire dal XVII secolo per smerciare pietre focaie, e poi a vendere le famose stampe popolari prodotte dall’editore Remondini di Bassano del Grappa. In seguito ampliarono il catalogo delle merci ad oggetti di ottica, ad articoli di merceria e chincaglieria, a oggetti di devozione, alle sementi e ad altre cose destinate ai più semplici consumi popolari.

Il commercio girovago proseguì fino al secondo dopoguerra, quando la figura dell’ambulante tesino scomparve progressivamente dal paesaggio di tanti paesi e città italiane e straniere.