Le “stampe”, la nuova merce che sul finire del Seicento accese l’intraprendenza dei Tesini, era un prodotto singolare. Si trattava di fogli di carta su cui, con varie tecniche, venivano impresse e talvolta colorate immagini di tipo diverso, spesso a soggetto religioso. I Tesini ne vennero a conoscenza incontrando nel loro peregrinare una delle attività proto-industriali più significative del nord-est italiano: la stamperia della famiglia Remondini, attiva dalla metà del Seicento a Bassano del Grappa.

Anche in questo, la storia si sviluppò nel solco di una convergenza di interessi: i Tesini da una parte, interessati ad un’opportunità di maggior guadagno e ad una merce più leggera delle pietre focaie, i Remondini dall’altra, pronti ad avvalersi dell’esperienza commerciale maturata dai Tesini per distribuire capillarmente i propri prodotti.

Così i Tesini presero a scendere fino a Bassano e a rifornirsi di stampe, che caricavano in una cassetta di legno, la casséla, che si caricavano poi sulle spalle, incamminandosi a piedi alla ricerca dell’acquirente. Dal momento che il mezzo di locomozione principale erano le loro stesse gambe, pérteghe nel dialetto locale, essi iniziarono ad essere definiti “perteganti”.

Il giro d’affari divenne in breve importante, tanto da spingere i Remondini ad aprire un magazzino a Pieve Tesino, presso la quale i girovaghi potessero rifornirsi direttamente. Il negozio si affacciava sulla Piazza Maggiore di Pieve. Per due secoli da questa piazza si diramarono per tutta Europa a migliaia le stampe dei Remondini. Nel 1781 erano ben 170 i capicompagnia tesini al soldo dei Remondini… Ma anche questa fase non era destinata a durare per sempre: dopo la scomparsa di Giuseppe Remondini nel 1811, la famiglia bassanese entrò in crisi e si vide costretta a cessare progressivamente l’attività e a disfarsi di tutte le sue proprietà in Tesino.

Non sempre l’alleanza commerciale tra Tesini e Remondini si risolse in successo. I lunghi viaggi a cui i perteganti erano costretti li portavano spesso ad affrontare mille imprevisti, dal maltempo agli assalti di ladri e briganti, che spesso portarono i malcapitati alla rovina economica e a dover vendere i propri campi per risarcire gli stampatori bassanesi. Ma nel complesso questa fase portò un’insperata ricchezza nella valle e aprì la strada ad un importante evoluzione, che avrebbe portato molti Tesini a mettersi in proprio.